La terza via

La terza via

È finita! È finita l’epoca delle vacche grasse, della pioggia di risorse pubbliche  che  ci ha permesso di  realizzare  infrastrutture,  scuole, creare posti di lavoro, fare in modo che la gente non abbandonasse la montagna,  di realizzare dei progetti. Risorse che purtroppo sono state  spesso  sprecate malamente per  grandi opere inutili,  progetti molto  più costosi del previsto, sono finite nelle tasche di qualcuno a discapito della maggioranza delle persone.

Ma quel che è fatto è fatto. Andiamo avanti. Nuove sfide ci aspettano, una crisi economica molto grave, meno risorse, più povertà, disoccupati, gente in difficoltà. È il momento di mettere da parte gli affari, le ambizioni fine a se stesse, l’egoismo e il clientelismo. E’ il momento di lavorare per la comunità valdostana, che necessità di aiuto. È ora di mettere in moto interventi per ripristinare la solidarietà, favorire  progetti condivisi, creare opportunità, concimare il terreno per far ritornare  la primavera in VdA,  dai nostri comuni fino al singolo. Si il singolo,  perché tutti nasciamo con un talento da far produrre, dal quale poter raccogliere i frutti.  Penso che la felicità si trovi anche seguendo la strada del “fare ciò per cui si è più predisposti” oltre a condividere la vita con chi ti vuole bene. Non è facile, prima di tutto capire qual è la nostra predisposizione e non avere paura di lanciarsi. Penso che il nostro talento sia quella cosa che sappiamo fare meglio, manuale o intellettuale che sia. Individuato l’ambito, ci vuole costanza e molta forza perché il mondo in cui viviamo è decisamente complicato. È qui che deve intervenire la politica, semplificando le complicazioni,  sburocratizzando, ponendo le condizioni in termini di scuole, salute, cultura, sociale, ambiente  ecc ecc.. affinché ognuno di noi possa provarci a realizzare i propri sogni e viva in un ambiente stimolante e attento alle necessità di tutti,  giovani e anziani. Questo a mio avviso è il compito della politica. Ognuno di noi ha il DIRITTO di provare ad essere felice, ad essere soddisfatto di sé stesso. Non si può essere felici se non ci sono queste condizioni, ancor meno se si passa  tutta la vita ad essere ricattati, sentendosi  in debito per aver avuto qualche privilegio da un politico. In realtà spesso è solo un’illusione quella di essere stati aiutati, molte volte qualcuno te lo fa credere ma non è così, è semplicemente un diritto che ti fanno passare come un favore! Tutto ciò mentre questi stessi politici ingrassano alle nostre spalle, con soldi e potere che noi gli abbiamo dato per migliorare le nostre condizioni di vita. È un furto!

È il momento di trovare la terza via per la Valle d’Aosta, per noi stessi. No alla Valle d’Aosta  che perde il treno (non solo metaforicamente parlando),non garantisce opportunità agli abitanti, NO alla Valle d’Aosta  dei miseri contentini  per anestetizzare la gente, vogliamo la terza via, riportare la primavera, poter usare  al meglio le nostre risorse per  poter avere le occasioni per realizzare noi stessi e perché  no, provare ad essere felici.

Aline Perrin

3 pensieri su “La terza via

  1. Concordo in pieno Aline
    Aggiungo che questo sistema ha mostrato ormai tutte le sue rughe, le sue inefficienze anche a chi lo sosteneva a spada tratta.
    Moltissimi hanno capito che, mentre fino a qualche anno fa il benessere era diffuso, oggi le persone, le famiglie, i giovani e le donne di questa Regione ricevono dal sistema più schiaffi che carezze, queste ultime ormai riservate a una cerchia sempre più ristretta di fedelissimi, che si turano il naso, coprono gli occhi e tappano la bocca.
    Basterà perché qualcosa cambi ?
    Non so, ovviamente, ma so che il benessere diffuso, soprattutto quando è poco meritato, alimenta apatia e rassegnazione, mentre quando le cose non vanno più bene come prima, è naturale aspettarsi un moto di ribellione, una reazione delle persone
    I valdostani oggi non possono dire che votare l’uno o l’altro è la stessa cosa “tanto non cambia niente”, perché la situazione richiede cambiamenti radicali che solo l’opposizione può portare, visto che il potere si regge, come la storia del mondo insegna, sulla conservazione.
    Il bivio è tra la voglia di rischiare per vivere meglio, contro la mentalità del “laissez faire” e del chiudersi in letargo al calduccio, poco soddisfacente, della propria tana!
    Uscire dalla tana deve essere una sensazione unica di felicità e anche le società degli uomini, quando hanno scelto il cambiamento, hanno vissuto momenti difficli, ma di entusiasmo, sviluppo e progresso!
    Noi speriamo e crediamo che vincerà il cambiamento non solo per interesse elettorale di ALPE e dell’attuale opposizione, ma soprattutto perche i nostri figli, le giovani generazioni, tornino a capire l’importanza e il piacere delle conquiste sofferte, ma dovute al proprio impegno, doti e competenze, rispetto a una vita a volte comoda, ma frutto di gentile concessione dall’alto, in cambio della propria coscienza e, naturalmente, di un voto senza pensiero!

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