Aeroporto: Ne valeva la pena?

Dell’ampliamento dell’aeroporto se ne è tanto parlato citando tutti i presunti benefici che avrebbe potuto portare alla Valle d’Aosta, senza però mai mettere in luce le problematiche che un progetto così ambizioso possedeva intrinsecamente.
Io vorrei solamente mettere in evidenza alcuni fatti, senza addentrarmi troppo negli studi di fattibilità che sicuramente qualcuno più bravo di me avrà portato a termine.
Presumibilmente, viste le caratteristiche del Corrado Gex, il traffico aereo commerciale avrà come protagonisti velivoli del calibro dei BAe 146, quadrimotori conosciuti con il nomiglolo simpatico di “jumbolino”.
Dipendentemente dalle configurazioni, il raggio massimo (medio) di questa classe di aerei si attesta circa sui 2500km. Vediamo dunque nel migliore dei casi l’area di copertura.

Raggio massimo BAe 142

Non male a colpo d’occhio, dal nord Europa fino al nord Africa lambendo alcuni paesi dell’est. Peccato che nel mondo reale, nessun charter di medio raggio parta con il serbatoio pieno di carburante Jet A-1 per rifare un rifornimento completo nell’ aeroporto di destinazione. Quindi il raggio diventa circa la metà di quello della figura precedente a meno che l’aeroporto di Aosta sia talmente concorrenziale da disporre di carburante Jet A-1 ai prezzi più bassi d’Europa. Mi permetto di avere i miei dubbi in proposito.
C’è poi da vedere quale compagnia possa essere interessata allo scalo di Aosta. Esclusi colossi come Ryanair e EasyJet che volano con B738 e A320 non compatibili con il Corrado Gex, rimangono charter di dimensioni minori e visto il mercato in crisi sistemica, fare affidamento solo su vettori così piccoli per mantenere un aeroporto costosissimo mi sembra una scelta quantomeno azzardata.
Parliamo di slot? Gli slot sono finestre di tempo che le compagnie si aggiudicano per operare su uno scalo. Generalmente sono un introito per l’aeroporto, ma capita che aeroporti poco appetibili economicamente o logisticamente debbano pagare le compagnie per operare sullo scalo. Aosta potrebbe rientrare in questa fascia per colpa della vocazione prevalentemente turistica dell’aerostazione e dei piccoli numeri in gioco.
Aeroporto in mezzo ai monti significa anche procedure particolari per decollo ed atterraggio. La procedura di atterraggio strumentale certificata ENAV, IGS(NPA) Rwy 27, richiede una competenza specifica da parte dell’equipaggio ed una certificazione speciale rilasciata esclusivamente dall’ENAV, il che complica le cose per le compagnie estere eventualmente interessate al nostro scalo. Allego la carta della procedura strumentale dove si vede chiaramente l’ILS disassato rispetto alla pista, un glide di 5° ed una procedura di missed approach che riporta niente meno che ad un holding pattern sul VOR di Biella. Senza contare l’inquinamento acustico ed ambientale con una virata sull’ NDB di Testa Comagna  a 1700m dal suolo e sentiero di discesa che percorre la valle centrale da Châtillon ad Aosta. Guardate con i vostri occhi sulla carta che potete ingrandire con un click.

LIMW IFR 27

Concludiamo con una breve considerazione. Non sarebbe stato meglio potenziare la ferrovia (con ovvie ricadute positive per la Valle d’Aosta) o il trasporto pubblico da Caselle o da Malpensa? Giusto per fare un esempio con i dati presi da Google Maps, consideriamo un turista interessato ad uno dei grandi comprensori sciistici della bassa valle, Gressoney, Ayas o Cervinia. Facciamo il caso di Ayas che si trova in mezzo tra i tre. Da Aosta a Verres il tempo medio di percorrenza è di circa 31 minuti. Da Caselle a Verres è di circa 46 minuti. Il nostro turista risparmia solo 15 minuti se atterra ad Aosta, ma quale compagnia charter può avere prezzi più concorrenziali e copertura della tratta migliore rispetto a colossi come Ryanair che utilizzano lo scalo di Caselle?
Credo nessuna! Siamo sicuri che i voli charter e le agenzie di viaggio saranno interessati al nostro aeroporto tanto da renderlo sostenibile? Io dico di no!
L’aeroporto quindi andava lasciato morire? NO! Assolutamente no, ma andava ammodernato facendo perno su quelle che sono le nostre caratteristiche peculiari. Abbiamo le condizioni morfologiche ideali per la pratica del volo a vela con alianti. Da mezza europa la gente desidera raggiungerci per volare tra le nostre cime. Potevamo potenziare la formazione dei piloti per i voli in montagna contribuendo con una scuola di eccellenza alla creazione di nuove figure professionali nei campi dell’ala fissa e rotante. Potevamo fare molte cose nel rispetto della vocazione turistica dello scalo di chez nous, ma come al solito abbiamo preferito la strada delle grandi opere slegate dal contesto territoriale e questa mentalità deve cambiare se vogliamo tornare ad essere concorrenziali sul mercato, turistico e non.

Erik Artaz

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